“Progetto Partecipazione e coinvolgimento dei giovani per costruire una città sicura: rassegna di cineforum tematici e di laboratori sperimentali” –  ovvero
La sicurezza urbana vista attraverso gli occhi dei giovani.
Spazio di confronto e protagonismo sulla sicurezza e la vivibilità del proprio territorio.

 

 PREMESSA:  La Scuola di Preparazione Sociale di Trento ha fatto domanda di contributo per interventi nell’ambito della sicurezza urbana (Bando 09/2010 vivibilità e sicurezza L.P. 8/2005). RiSSC ha partecipato alla costruzione del progetto ed ha elaborato l’idea originale, presentata brevemente nella presente scheda.
Il progetto è stato approvato e finanziato su detto bando. Si prevede di realizzarlo fra ottobre 2010 e settembre 2011.

PROBLEMA –  Spesso i giovani cercano gli spazi urbani “di nessuno” (i c.d. non luoghi) per potersi esprimere in assenza di regole o di controllo.  Nelle dinamiche urbane essi vengono quindi rappresentati – ed in alcuni casi lo sono davvero – come fattori di insicurezza, paura per i cittadini e la comunità, e come fonte di danneggiamenti, comportamenti antisociali, piccoli reati… Da qui i problemi delle “bande”, del degrado nei parchi
pubblici, degli atteggiamenti di aggressione verso i più deboli. Più in generale, il problema di un immaginario rispetto al ruolo dei giovani come fonte di problemi.
Se questo è vero, una strategia di miglioramento può essere la creazione di un contesto educativo formale ma innovativo, nel quale i giovani possano sperimentare la loro potenzialità e l’interesse a diventare promotori di sicurezza del proprio territorio, trasformando il loro approccio e modificando anche la percezione collettiva del loro “impatto” nella comunità.
La sfida è trovare la chiave, il fattore da far emergere nei giovani che scelgano di mettersi in gioco, per farli diventare “protagonisti positivi” delle dinamiche sociali che intervengono negli spazi pubblici urbani.
Qual è il fattore X che può attivare la partecipazione ed il coinvolgimento dei giovani nel costruire una comunità sicura?
TIPOLOGIA DI INTERVENTO: Il progetto è riconducibile nell’area di azione CULTURA ED EDUCAZIONE DELLA LEGALITÀ – percorsi e attività di promozione della cultura della legalità, di educazione alla convivenza, alla democrazia e alla partecipazione civica. Le attività di progetto sono finalizzate a educare i giovani ad essere attori protagonisti e costruttivi di sicurezza urbana della propria comunità, anziché FATTORI di insicurezza.

ATTIVITÀ

Il progetto prevede tre macro attività:
· CINEFORUM – spunti di riflessione sulle dinamiche di insicurezza e degrado
urbano. Il cineforum potrebbe essere intitolato “l’occhio sulla strada”. Un titolo che prende spunto dalla famosa definizione del controllo formale/informale elaborata da Jane Jacobs, antropologa, e si presta a giochi interpretativi con l’immagine della cinepresa, “occhio” delle pellicole cinematografiche, con le telecamere negli spazi pubblici, occhio “vigile” di controllo, con gli “occhi” di un esperto, chiamato a discutere del tema oggetto del film sulla base della propria esperienza, di chi cioè ha visto la realtà della sicurezza/insicurezza/crimine con i propri occhi, e con gli occhi dei giovani, chiamati a diventare protagonisti del proprio territorio, leggendo la realtà che li circonda con occhi nuovi.
La proposta potrebbe prevedere un ciclo di serate (5-6) con la proiezione di
film che ruotano attorno al binomio città-insicurezza, seguito da un dibattito
con un interlocutore privilegiato che aiuterà i giovani a interpretare la finzione del film con la realtà del proprio territorio, imparando a “riconoscere” i rischi, anche quelli che si credono assenti. Il dibattito deve essere finalizzato non tanto a conoscere l’esperienza dell’interlocutore, o a discutere del film, ma a ragionare su un problema di sicurezza del territorio per individuare delle piste di lavoro.
Alcuni temi che potrebbero essere di interesse:
· bullismo e gang giovanili
· razzismo e violenze interculturali
· sballo (droga e alcol)
· violenza “da stadio”
· violenze sui soggetti deboli (donne minori anziani disabili)
· vandalismo
· corruzione
· infiltrazioni mafiose
· reati predatori/cultura dell’arricchimento a tutti i costi
Il dibattito è seguito da un facilitatore/ricercatore, che, intervenendo il meno possibile, raccoglie gli spunti emersi dai giovani, li elabora successivamente e da ai partecipanti un ritorno, a conclusione del ciclo di serate.
· LABORATORI: i giovani che hanno partecipato alla prima attività sono
chiamati a mettersi in gioco attraverso una “sfida” in alcuni laboratori. Uno di questi prevede l’elaborazione di un “corto” (max 15 min.) sul tema della
sicurezza urbana. I giovani sono chiamati a organizzare una mini produzione
(che significa dotarsi di telecamera e gestire la fase di montaggio), con
l’assistenza del coordinatore del laboratorio, sviluppando il tema che sentono più importante per la sicurezza nella loro realtà di vita.
Un altro laboratorio prevede invece l’elaborazione delle mappe della paura: un percorso di gioco-analisi nel quale i giovani sono invitati a girare per i territori segnando sulle loro mappe i segni di degrado e insicurezza, percepiti
direttamente o indirettamente (ad es tramite interviste ai testimoni privilegiati, alla polizia locale, ai genitori dei bambini che vanno a scuola…). Il risultato di tale lavoro di “investigazione” va poi trasferito nelle mappe del territorio, che sono ovviamente mappe qualitative che vanno al di là dei c.d. “hot spot”, ma servono poi per individuare le strategie di riduzione dell’insicurezza o del rischio: individuando i percorsi sicuri per le scuole, gli interventi di rivitalizzazione e promozione del territorio, le aree che richiedono maggiore sorveglianza.
–  L’attività precedente ha l’obiettivo di abituare (ma sarebbe meglio dire formare) i giovani ad essere protagonisti del loro territorio in forma positiva. L’ultima azione prevede l’organizzazione di un ultimo evento nel quale restituire ciò che si è elaborato nelle prime due. L’evento intende offrire alla pubblica amministrazione – titolare delle strategie di sicurezza urbana – alle agenzie educative del territorio (parrocchie, patronati, associazioni sportive e culturali) ed ai residenti, due risultati: alcune proposte concrete – piste di lavoro per costruire contesti di sicurezza urbana – che la pubblica amministrazione potrebbe fare proprie per successive iniziative; ma soprattutto, una nuova immagine dei giovani, che si pongono di fronte alla comunità come ATTORI di sicurezza, protagonisti “vincenti” rispetto all’immagine precostituita di “fonte di problemi”.
· Sono PARTNER del progetto:
istituzionale: il COMUNE DI ROVERETO
altri partner: Decanato di Rovereto, Fondazione Comunità Solidale,
Associazione Ubalda Girella, Comunità Murialdo.